Una delle curiosità più gettonate legate al mondo del tartufo è sicuramente quella legata alla sua ricerca. Eppure, tra aneddoti, segreti, trucchi e racconti che spesso mescolano il mito con la realtà, un argomento tiene banco tra le domande che vengono poste ai tartufai: si usano ancora i maiali per andare a cercare il prezioso fungo ipogeo?
Un quesito all’apparenza tanto bizzarro la cui risposta va a diramarsi nella storia e nella cultura del tartufo e dell’Europa.
Perché si utilizzavano i maiali per cercare il tartufo?
Partiamo subito con il dire che i maiali venivano utilizzati eccome per la cerca del tartufo. Tuttavia, quello che in molti non sanno è che il loro impiego è stato vietato non molto tempo fa. In Italia il divieto di cercare tartufi con i maiali risale al 1985.
Ma per quanto possa essere starno immaginarsi i cavatori nei boschi con un maialino al guinzaglio, dovete sapere che in realtà sono dei veri prodigi. Ghiottissimi di tartufo, il loro fiuto è talmente sviluppato da permettere ai suini di scovare i tartufi fino a tre metri di profondità. Inoltre, come se ciò non bastasse, il profumo del fungo ipogeo è molto simile a quello degli ormoni sessuali del maiale maschio, rendendolo di conseguenza irresistibile alle scrofe. A completare questo tris di caratteristiche uniche, non dimentichiamo che il maiale è un animale che istintivamente cerca il cibo scavando nel terreno, fattore che unito agli altri già citati rendono facilmente intuibile il perché venisse così utilizzato.
Il primo utilizzo documentato
Le prime testimonianze documentate in merito all’utilizzo del maiale nella ricerca del tartufo risalgono al XV secolo ma in molti sono convinti che venivano impiegati fin dai tempi dell’Impero Romano.
Stando ai documenti e alle fonti ufficiali, abbiamo la certezza che in Francia, nel ’600, il tartufo nero veniva cercato con i maiali. Nello stesso periodo anche in Italia, più precisamente in Piemonte, si cercava il tartufo bianco utilizzando proprio i suini. Sono celebri le “battute di cerca” organizzate alla corte dei Savoia, eventi a cui partecipavano i nobili per soddisfare il proprio divertimento.
Pare che fu proprio in occasione di questi eventi che si iniziò a preferire l’uso dei cani, ritenuti assai più eleganti e adatti a un contesto con dei nobili.
Il divieto
Con il passare del tempo, i cavatori iniziarono a preferire l’impiego dei cani per una serie di motivi. Tra questi, un elemento importante era la possibilità di addestrare un compagno più “fedele” e, in un certo senso, “obbediente” a differenza del maiale. Addentrandoci nel merito, è proprio l'”ingovernabilità” dei suini ad aver portato un progressivo disuso, dato che i maiali sono così ghiotti di tartufo che finivano per mangiarseli, scavavano con così tanta foga da distruggere il terreno e ogni cosa che trovavano attorno e spesso raggiungevano una stazza così grande che trasportarli diventava un vero problema, specie allontanarli dai tartufi per evitare di farglieli mangiare.
Proprio per questi motivi, nel 1985 si è deciso di promuovere una cerca dei tartufi “sostenibile”, che non rovini i terreni e le piante con le quali questi ultimi vivono in simbiosi vietando l’utilizzo dei maiali da tartufo in tutta Italia. Dopo secoli di onorato servizio, anche per loro era arrivato il momento di andare in pensione.